top of page
Search
  • underweartheatre

INTERVISTA Canapè a Filippo Frittelli

C: Ben arrivato Filippo Frittelli, attore e regista teatrale se nonché bancario!

F: Esatto!

C: Fra l'altro ho avuto modo di apprezzare le tue capacità interpretative in alcuni teatri e soprattutto nell'incontro su Shakespeare che è stato veramente interessante e affascinante in cui c'è stato un collage, per utilizzare un termine francese, che essendo io un dannunziano preferisco all'inglese, possiamo chiamarlo un collage di spezzoni delle opere più importanti di Shakespeare. Ma so anche di altre iniziative conseguenti alla situazione attuale delle rappresentazioni teatrali, in forma streaming. Una personalità poliedrica per le tue interpretazioni teatrali, ti ringraziamo di essere qui, raccontaci come va.

F: Grazie.. Ma devo ammettere di essere triste è annoiato!

C: Triste sì ma ti abbiamo visto sempre molto creativo..

F: Il periodo è questo. E parlando un po' per la cultura e per l'arte che anche in questo programma arriva per ultimo dopo la legge, l'industria, eccetera...

C: Beh ma siamo circondati dalla cultura, non essere troppo polemico!

F: Era una battuta per risponderti ma il discorso è questo: i teatri sono chiusi, i cinema sono chiusi....

C: Però tu hai avuto una buona idea con lo streaming

F: Sì, lo streaming è una sorta di ristoro che in questo momento i vari organi competenti stanno proponendo alle compagnie e alle associazioni, ma va fatto un distinguo: con il dpcm del 24 ottobre non hanno chiuso i teatri, hanno proibito le manifestazioni dal vivo, che è una condizione paradossale per il teatro. Per questo noi non facciamo altro che veicolare ciò che ci è possibile con queste modalità e lavorare attraverso il video o l'audio. Ma il discorso e la riflessione che possiamo fare è intorno alla domanda "perché sono stati chiusi i teatri e proibiti gli spettacoli dal vivo". Perché visto dalla mia parte, come professionista del teatro e frequentatore dei teatri, posso dire di aver osservato un adeguamento ai protocolli da parte di tutti. Perché non ci scordiamo che chi si occupa d’arte e spettacolo ha un primissimo interesse: noi non siamo venditori di una merce acquistabile on-line o attraverso intermediari, noi abbiamo interesse nelle persone, per cui i teatri si sono immediatamente adeguati alle direttive limitando i posti e distanziando i partecipanti. Anche perché le disposizioni all'interno delle strutture teatrali si prestavano ad una facile attuazione o meglio dal mio punto di vista potrebbe sembrare più difficile adeguare i flussi all’interno di un supermercato o altri luoghi vitali.

C: Io so che te per esempio per disperazione hai cominciato a recitare in banca: ogni tanto butti in aria dei soldi come si fa a Monopoli..

F: La banca è un altro grande teatro per me visto che la vuoi citare.

C: Bravo, bravo.

F: Però ecco, in banca per esempio, ci sono le stesse limitazioni che a teatro: si entra su appuntamento ecc.. Ma proprio per questo la totale chiusura degli spettacoli dal vivo può essere in qualche maniera opinabile in quanto il teatro è stato un po' da subito paragonato alla discoteca e ai concerti dal vivo massivi, mentre invece all'interno delle manifestazioni dal vivo potrebbero e dovrebbero essere fatte molte distinzioni, cosa che molti altri Paesi hanno invece fatto.

C: Ho visto che ci sono anche questi separè, questi schermi di plastica..

F: Già, e sono sia per gli attori che per il pubblico. Ma voglio ricordare che in Italia c'è un altro grande paradosso perchè il fatto che lo spettacolo viva di finanziamento pubblico in quanto organo direttamente dipendente dal governo centrale ha potuto affrontare le disposizioni in modo molto lineare e immediato. La chiusura secondo me è dovuta più ad un aspetto culturale e in qualche maniera di comunicazione del governo che ha preso la decisione di totale chiusura e senza fare nessuna distinzione dimenticando però che il teatro è la storia stessa della società, è nato ed è andato di pari passo con le urbanizzazioni, è la nascita della civiltà e per questo i teatri sono sempre rimasti aperti anche in tempo di guerra e di peste in quanto motore centrale di ogni luogo ma soprattutto di ogni società, anche se oggi ha acquisito un ruolo più marginale ed elitario la sua chiusura corrisponde a chiudere l'ambito più spirituale dell'essere umano che in quanto essere vivo ha una sopravvivenza legata ad una fame non solo fisica ma anche dell'anima e per questo tale privazione rende tutto ancora più triste.

C: Non vi resta che il teatro drammatico greco che prevedeva i suicidi in diretta.. Vorrebbero forse portarvi a questo.. Riportarvi indietro!!! Per fare una battuta amara..

F: Il problema dei giorni d'oggi in cui si sente parlare di leggi, industria e sanità, dopo i quali viene forse la cultura per ultima.. E forse certi artisti ci sguazzano perché è facile dire "ristoro" "contratto" "cassa integrazione" quando invece l'artista rischia o non farebbe altrimenti questo mestiere. Ma detto questo, in generale oggi tutto viene in qualche maniera equalizzato e tradotto in una formula economica in cui la cultura non rappresenta neanche il 5% del PIL e per questo si chiude. Quindi quello che posso osservare io è che oggi noi viviamo questa pandemia con una paura e una distonia di sentimenti e confusione in quanto non c'è certezza neanche in una difesa che deriva dal fatto che tutto è nell'ottica di una parcellizzazione per essere trattato economicamente dallo Stato che mentre ti dice di stare a casa ti parla del Cashback e del monopattino disegnando un quadro con una leggerezza drammatica da cui non so come ne usciremo perché portare tutti gli artisti a lavorare on-line indebolirà molto l'arte stessa.

C: Sono sicuro che personalità forti come la tua riusciranno a superare anche questo momento per cui in un minuto voglio farti ultima domanda su quelli che sono i tuoi progetti in corso e non so se vuoi dirci qualcosa riguardo alla tua attività di insegnante con queste regole di distanziamento, se vi state preparando al momento in cui sarà possibile ritornare in scena.

F: Mi piace il tuo ottimismo ma io, da attore drammatico, sono venuto qui a lamentarmi! Ma ti dico che abbiamo consegnato proprio ieri un progetto on-line per l'Inverno Fiorentino dal titolo "Alice nella seconda ondata" che ha visto partecipare tutti gli attori della mia compagnia Underwear Theatre e che è un progetto fruibile su YouTube. Poi sì, stiamo ancora lavorando finché le regole non saranno quelle di zona rossa anche se non vediamo date ufficializzabili a cui destinare gli esercizi che stiamo portando avanti.

C: Bene! Possono dunque rivolgersi a te all'indirizzo mail underweartheatre@hotmail.it tutti i giovani che desiderano avvicinarsi al teatro e se hai già qualche consiglio per loro

F: Sì, noi di Underwear Theatre siamo sempre aperti ad accogliere chiunque voglia anche per la prima volta avvicinarsi al teatro per i quali io continuo a portare avanti un laboratorio gratuito.


Canapè. Intervista a Filippo Frittelli del 31 | 12 | 2020

andata in onda il 7 | 02 | 2021

63 views0 comments

Recent Posts

See All

IL PREZZO DEL TULIPANO di Ludovica Rio

Quando scese dal treno Betta portava con sé una grande busta rossa e le si accese il viso di gioia quando vide Paolo muoversi dalla posa analitica con il suo sigaro per andarle incontro. L’avveniristi

bottom of page